12 agosto 2009

La ragazza che giocava con il fuoco

La sensazione che un terzo del libro si potesse tagliare arriva circa a pagina 250, dove finalmente la storia entra nel vivo con tre omicidi di quelli che ci si aspetta da un thriller. C'è anche una altra morte violenta nelle primissime fasi del romanzo, ma è il solito uomo che odia le donne, fatto fuori per appagare il senso di giustizia della protagonista.


Dopo aver scritto la storia della famiglia più complicata che esista (in "Uomini che odiano le donne" l'albero genealogico dei Wagner era presentato in forma grafica per essere in qualche modo compreso), nel secondo episodio della trilogia Millennium il vecchio Larsson si inventa l'adolescenza più sfigata possibile, quella di Lisbeth Salander.
Gliene sono capitate di ogni tipo dai 12 anni in poi. Già nascere figlia di una spia sovietica che ha disertato sembrava un avvio promettente, ma l'elenco è talmente lungo e fantasioso che per tutto il romanzo salta fuori ciclicamente qualche bella novità dal passato (un po' come nella storia della famiglia Wagner, del resto). Strano che la ragazza sia rimasta sana di mente, cosa che (io direi ragionevolmente) in pochi ormai credono.
Gli uomini che odiano le donne sono sempre presenti e inevitabilmente hanno simpatie neonaziste, sono eterosessuali, sadici, violenti. Dove magari sono solo un po' maschilisti vengono solo allegramente ridicolizzati (ovviamente da donne). Per i primi invece il futuro sarà breve.
Una bella resa dei conti. Ma un finale che lascia aperta la porta al terzo e ultimo episodio della saga.

P.S.: non fatevi impressionare dall'operato degli hacker di Larsson, si tratta pur sempre di un romanzo. Controllare comunque il vostro firewall, se vi fa stare più tranquilli.